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In arrivo un rating di legalità per le imprese

Il decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1 (recante disposizioni urgenti per la concorrenza, lo sviluppo delle infrastrutture e la competitivita`), convertito in legge 24 marzo 2012 n. 27, contiene un art 5-ter, il quale recita:

"Al fine di promuovere l'introduzione di principi etici nei comportamenti aziendali, all'Autorità garante della concorrenza e del mercato è attribuito il compito di segnalare al Parlamento le modifiche normative necessarie al perseguimento del sopraindicato scopo anche in rapporto alla tutela dei consumatori, nonché di procedere, in raccordo con i Ministeri della Giustizia e dell'Interno, alla elaborazione di un rating di legalità per le imprese operanti nel territorio nazionale; del rating attribuito si tiene conto in sede di concessione di finanziamenti pubblici da parte delle pubbliche amministrazioni, nonché in sede di accesso al credito bancario."

La disposizione contiene numerosi profili di interesse, a partire dalla ratio stessa dell'emendamento: si vuole perseguire la diffusione di principi etici nei comportamenti aziendali.

Obiettivo ambizioso che, per necessità, dovrà passare attraverso "premi" all'azienda che si dimostra corretta e diligente: o, meglio ancora, più corretta e diligente di altre.

Questo snodo è fondamentale e probabilmente figlio dei tempi.

Si è sempre detto che le incombenze 231 sono pesanti e costose e scarsamente utili in ottica di mercato: rischio penale a parte, non ci sono riconoscimenti "premiali" all'azienda che si impegna nella prevenzione di comportamenti non etici/illeciti.

Tutti sullo stesso piano nelle gare e nella richiesta di finanziamenti? sia la società attenta a questi profili che la società del tutto disinteressata?

Qualcosa hanno fatto alcune leggi regionali, che hanno previsto, a certi fini, l'adozione obbligatoria del Modello: tuttavia non prevedendo adeguati controlli sostanziali su tale adempimento.

Dopo dieci anni si comincia, finalmente, ad ipotizzare la possibilità di una differenziazione, proprio per tutelare la concorrenza.

Il potere di impulso viene attribuito all'AGCOM, che, di concerto con il Ministero della Giustizia e quello dell'Interno, dovrà formulare proposte al Parlamento.

Il punto centrale della proposta risiede senz'altro nell'elaborazione di un rating di legalità: in questo caso sarà direttamente AGCOM a procedere in tal senso.

E si noti bene che tale rating riguarderà tutte le imprese operanti sul territorio nazionale: quindi non si tratta soltanto di una sorta di rating antimafia per le imprese che operano in alcune regioni del territorio nazionale.

Inoltre saranno interessate anche imprese straniere, appunto in relazione all'attività svolta in Italia.

Quale è l'aspetto premiale? la rilevanza del rating di legalità in relazione alla concessione di finanziamenti pubblici, ma anche per l'accesso al credito bancario.

Quindi l'adozione di principi etici avrà rilevanza non solo nei rapporti con la P.A., ma anche nei confronti di soggetti privati, quali sono le banche.

Oggi è normale la verifica che la controparte abbia dottato un codice etico e un Modello 231; ma tale verifica, pur importante, assume i contorni di un mero adempimento burocratico.

E' dato rinvenire bandi di gara che richiedono l'adozione di Modelli organizzativi, ma si tratta di casi ancora sporadici.

Il futuro potrebbe riservarci uno scenario ben più maturo: le imprese, per meglio competere sul mercato, saranno spinte ad adottare Modelli e codici etici.

Ovviamente il tema è più ampio della compliance 231, anche se quest'ultima mi sembra di importanza preponderante: si potranno assegnare punteggi alla previsione di obblighi di denuncia di infiltrazioni delinquenziali oppure alla previsione di un canale di collaborazione dell'ODV con Autorità pubbliche.

Oppure ancora potranno avere rilievo le certificazioni in materia di sicurezza, ambiente, sicurezza informatica; avrà senz'altro rilievo la tematica della Responsabilità Sociale.

Avremo tempo per tornare su questi temi.

Ma deve essere chiaro che la futura "regolamentazione AGCOM" potrà rappresentare l'atto più importante dopo l'entrata in vigore del d.lg. 231.

Ad una condizione tuttavia: devono essere previste serie ed approfondite modalità di controllo sugli adempimenti prospettati dalle imprese.

Altrimenti continueremo a rischiare di essere sommersi dalla Paper Compliance...

(Maurizio Arena)

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